Cattedrale della Beata Vergine Immacolata
Cattedrale della Beata Vergine Immacolata

La chiesa dedicata all'Immacolata Concezione è il duomo di Bosa, concattedrale della diocesi di Alghero-Bosa. Le sue origini risalgano al XII secolo, ma l'edificio subì diversi rimaneggiamenti nel corso del tempo, in particolare nel XV secolo. L'edificio attualmente, frutto dei restauri effettuati a partire dal 1803 dall'architetto bosano Salvatore Are e il capomastro sassarese Ramelli, venne consacrato nel 1809. L'interno a navata unica con volte a botte, è ampliato da quattro coppelle laterali. L'area presbiterale con abside semicircolare è affrescata e impreziosita da un altare maggiore in marmo , coronato dalle statue della Vergine e dalle statue di SS. Emilio e Priamo patroni di Bosa.


 

La chiesa di San Giovanni Battista attigua al cimitero monumentale, fu la prima parrocchia del nuovo insediamento della città di Bosa. Fu edificata per volere di due nobili, probabilmente nel 1122 e fu anche l'ultima dimora di molti suoi abitanti. Infatti la pavimentazione, costituita da 62 lastre di calcare, corrispondono ad altrettante tombe. L'esame della struttura fa supporre che sia stata edificata in diversi momenti.

Nel XIV secolo una mano poco esperta affrescò le pareti con figure andate poi parzialmente perdute. AL XVII secolo risale la costruzione dell'ultima campata del presbiterio rettangolare, sopraelevato rispetto alla navata e caratterizzato da una volta a botte spezzata e la sacristia.


Intitolata a N.A. del Santissimo Rosario, la chiesa è situata nel Corso Vittorio Emanuele. L'edificio datato al XIX secolo, probabilmente si erge su un impianto precedente, che solo attente indagini potrebbero riportare alla luce. Il modello di riferimento seguito per l'edicazione della facciata è quello barocco della locale chiesa del Carmelo, ravvisabile nella ripartizione in due ordini, qui più slaciato, di cui quello inferiore è caratterizzato da una compatta superficie in trachite rossa interrotta al centro dall'elegante portale d'ingresso.


All'interno delle mura del Castello sorge la chiesetta di Regnos Altos, la cui cronologia è tutt'oggi fortemente discussa. L'edificio era in origine dedicato a Sant'Andrea e cambiò titolazione nel 1847, anno in cui, tra i ruderi del castello, fu rinvenuta una piccola statuina lignea della Vergine chiamata di Regnos Altos, con il duplice riferimento al luogo elevato del suo ritrovamento, il colle di Serravalle, e l'alto dei Cieli.

L'attuale chiesa è il risultato di più fasi costruttive avvenute durante la signoria dei Malaspina, degli Arborea e di epoca spagnola. Nel 1973, durante i lavori di restaurazione. furono rinvenuti degli affreschi rivelatisi di straordinaria importanza per iconografia e stile.


Ubicata nell'omonima via, la chiesa risale al 1580. L'interno è caratterizzato da una navata a pianta rettangolare absidata. La navata a pianta rettangolare absidata. La volta a botte dell'aula è sorretta da semplici sottarchi impostati su pilastri con capitelli in stucco. L'illuminazione interna è assicurata da una serie di ampie finestre che si aprono sul muro sopraelevato della navata, al di sopra della trabeazione e nel presbiterio, Quest'ultimo nel racconto della copertura a cupola, rivela soluzioni tecniche che confermerebbero una ristrutturazione dell'edificio di matrice barocca alla fine del XVII secolo. All'interno sono presenti le statue lignee (Sos Misterios) di origine spagnola utilizzate per i riti della Via Crucis, accompagnati dai canti a tragiu del Coro di Bosa, durante la Settimana Santa.


La chiesa fu edificata nel 1686, in seguito al ritrovamento, in riva la mare, della statua di una Madonna che fu portata nella chiesetta di San Paolo eremita che sorgeva a Bosa Marina sopra uno scoglio vicino alla foce del fiume Temo. L'allora Vescovo Sotgia pensò di dare dimore più degna alla Madonna venuta dal mare e fece costruire un nuovo edificio dedicando a S. Maria Stella Maris. 


Nel 1606 i Carmelitani, che giunsero a Bosa nella seconda metà del secolo XVI, ottennero dal Vescovo Manca il trasferimento dalla chiesa di S. Antonio a quella di S. Maria del Soccorso che a sua volta nella seconda metà del settecento du demolita perché bisognosa di grandi restauri, per costruire una nuova più grande e dedicata alla Madonna del Carmelo.

L'edificio du computo nel 1779, come attesta una lastra murata sopra il portale del prospetto, ma du consacrato solo nel 1810. L'interno della chiesa appare semplice ma domina nel presbiterio un bellissimo altare Rococò di marmi policromi e lateralmente il pulpito ligneo decorato in oro zecchino. Di grande valore storico- culturale l'organo posto sopra la tribuna, ormai l'unico nel suo genere, rimasto in Sardegna.


SAN PIETRO EXTRA MUROS

Arrivando a Bosa dalla SP 128 bis, all’ingresso della città di Bosa, alla destra del ponte in trachite rossa, si svolta per l’agro di Bosa. Si supera la chiesetta dedicata a Sant’Antonio e ad un km circa ci si trova davanti alla chiesa di San Pietro, l’antica cattedrale romanica dell’XI sec., dedicata ai SS Pietro e Paolo. Un’epigrafe marmorea, affissa sulla destra della navata centrale, sul primo pilastro, testimonia il periodo di fondazione. La chiesa fu costruita in più fasi: al XII sec. risalgono la tribuna con l’abside ribassata, la torre campanaria a base quadrata, i prolungamenti dei muri perimetrali con due campate verso sud-est e quattro verso il prospetto; al XIII sec. risale la facciata a salienti già in stile gotico, tripartita da tre arcate ogivali decorate da elementi zoomorfi, mentre fitomorfi sono gli elementi decorativi sul portale d’ingresso nel bassorilievo che rappresenta i SS Pietro e Paolo, la Madonna con il Bambino e l’imperatore Costantino omonimo del vescovo Costantino de Castra, fondatore della chiesa.

La festa, preceduta dal triduo si celebra il 29 giugno con la processione in barca delle antiche statue dei SS Pietro e Paolo lungo il fiume Temo.


I Carmelitani giunsero a Bosa nel 1556 e si stabilirono presso il convento attiguo alla chiesa di S. Antonio Abate, nelle vicinanze del ponte in trachite rossa, all'ingresso della città. Nel 1606 si trasferiscono in altro sito vicino alla Chiesa di S. Maria del Soccorso, presso la Porta di San Giovanni e contemporaneamente si avviò la costruzione del nuovo monastero. A fine ottocento l'attività dei Carmelitani in città si conclude, la chiesa fu espropriata dallo Stato e assegnata al Fondo per il Culto. La chiesa del Carmine è aperta al culto ancora oggi. I locali del Convento furono invece dati al Comune. Al primo piano è presente la Biblioteca comunale e l'Archivio Storico di Bosa. E' allestita una mostra fotografica storica della città e dei suoi mestieri e monumenti. È stato inoltre realizzato, grazie ai fondi del progetto LIFE "Sotto le Ali del Grifone" (Under Griffon Wings), un infopoint sul grifone, sugli interventi del progetto, sui due SIC (Sito di Interesse Comuniatario) e sulla ZPS (Zona di protezione Speciale) presenti nel territorio.


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